FAQ donazione

E’ POSSIBILE RITIRARSI O RINVIARE LA DONAZIONE PER PROPRIA DECISIONE E IN QUALUNQUE MOMENTO DELLA PROCEDURA?

Il donatore, dopo aver preso tutte le informazioni che ritiene necessarie, è libero di ritirarsi o di rinviare la donazione in qualsiasi momento e può decidere se giustificare o no la sua scelta. In caso di donazione iniziata o completata, l’unità dovrà essere eliminata. Sarebbe preferibile in ogni caso, chiarire con il medico il motivo della propria decisione.

QUALORA GLI ESAMI EFFETTUATI PONESSERO IN EVIDENZA EVENTUALI PATALOGIE, IL DONATORE SARA’ INFORMATO A CURA DELLA STRUTTURA TRASFUSIONALE E LA SUA DONAZIONE NON UTILIZZATA?

Gli esami ematochimici e/o strumentali effettuati in occasione della donazione vengono valutati dal medico della struttura trasfusionale e il loro esito viene comunicato al donatore. In caso di riscontro di valori patologici il medico provvederà al richiamo del donatore per gli accertamenti del caso. Il destino dell’unità donata dipende dal riscontro patologico rilevato: nel caso in cui venissero meno i criteri di sicurezza l’unità verrà eliminata.

QUALI SONO I MOTIVI PER CUI E’ NECESSARIO CHE IL DONATORE COMUNICHI TEMPESTIVAMENTE AL PERSONALE DELLA STRUTTURA TRASFUSIONALE, AI FINI DELLA TUTELA DELLA SALUTE DEI PAZIENTI TRASFUSI, EVENTUALI MALATTIE INSORTE DOPO LA DONAZIONE CON PARTICOLARE RIFERIMENTO ALL’EPATITE VIRALE IN OGNI SUA FORMA?

Esiste il rischio che il donatore doni in un momento in cui la presenza di un agente infettivo non sia rilevabile né clinicamente né laboratoristicamente (periodo di incubazione, periodo di finestra diagnostica). Questo vale per le epatiti virali e per l’infezione da HIV, ma anche per altre malattie (morbillo, varicella, mononucleosi) che possono diventare pericolose per il ricevente che è sempre e comunque un malato. Pertanto è importante che il donatore comunichi tempestivamente eventuali malattie insorte nei giorni successivi alla donazione, per consentire al personale del Servizio Trasfusionale di prendere i provvedimenti del caso (eliminazione dell’unità donata se ancora disponibile, controllo e monitoraggio del donatore e del ricevente).

 

E’ possibile porre domande in qualsiasi momento della procedura?

Il donatore in ogni momento può chiedere ulteriori chiarimenti: il personale volontario dell’Associazione Donatori ed il personale del servizio trasfusionale devono fornire al donatore tutte le informazioni relative all’attività di donazione. Ad ogni donazione i referti relativi agli esami effettuati sul sangue donato vengono consegnati o inviati per posta al donatore.

Perché prima di ogni donazione bisogna compilare il questionario, effettuare scrupolosa anamnesi, esame obiettivo e accertare i requisiti fisici e le indagini per la validazione biologica della donazione?

La procedura di selezione del donatore e la procedura di validazione biologica dell’nità donata devono verificare e confermare con dati obiettivi la salute del donatore e la sicurezza del ricevente.

A questo scopo è importante che:

  1. Il donatore legga e compili con attenzione, con la massima sincerità e con il più alto senso di responsabilità il questionario, ponendo al personale sanitario eventuali dubbi o richiedendo chiarimenti. Le domande relative ad alcuni aspetti molto personali delle abitudini di vita (rapporti sessuali a rischio, uso di sostanze stupefacenti) sono molto importanti e necessitano di risposte estremamente veritiere. Queste domande non vengono poste con l’intento di invadere la vita privata e il diritto alla riservatezza del donatore, ma per garantire una maggiore sicurezza trasfusionale. I test sierologici per i virus dell’epatite B e C, per il virus dell’AIDS e per la sifilide sono eseguite ad ogni donazione, ma se il donatore si trovasse in fase precoce di infezione non potrebbero identificare la presenza dell’agente infettante (fase finestra dell’infezione).

  2. Il medico valuti con attenzione lo stato di salute del donatore attraverso il colloquio e la visita e con l’esecuzione degli esami ematochimici e strumentali che riterrà utili.

 

Esiste il rischio che malattie infettive possano essere trasmesse attraverso il sangue o i suoi derivati dal donatore al ricevente?

Alcune malattie infettive causate da micrrorganismi (virus, batteri, protozoi) possono essere trasmesse da un individuo all’altro attraverso il sangue per cui la trasfusione di globuli rossi, plasma o piastrine e l’utilizzo di farmaci plasma derivati (albumina, fattori della coagulazione, immunoglobine) rappresentano procedure a “rischio infettivo” per il ricevente. E’ bene, pertanto, che il donatore dichiari al personale sanitario addetto alla selezione, tutte quelle condizioni che possono averlo esposto ad un ipotetico agente infettivo, prima della donazione ( ma anche qualora eventuali malattie infettive o sintomi dovessero manifestarsi nei giorni immediatamente successivi alla donazione!!).

La presenza di uno stato infettivo in fase acuta (i cui segni possono essere anche un banale raffreddore o il mal di gola) può dare luogo ad una transitoria viremia, cioè alla presenza di virus nel circolo sanguigno.

La convivenza con soggetti affetti da alcune malattie infettive (ad esempio morbillo, altre malattie esantematiche dell’infanzia, parotite) comporta la temporanea non idoneità alla donazione anche in assenza di sintomi, in quanto il periodo di incubazione di queste malattie può essere anche di qualche settimana.

La trasfusione di sangue portatore di un ipotetico virus, soprattutto in alcune categorie di pazienti immunodepressi per cause varie (neonati immaturi, malati di tumori…), potrebbe essere estremamente dannosa.

Ogni unità donata viene testata attualmente in laboratorio per la ricerca degli anticorpi verso l’HIV, l’HBV, l’HCV e il Treponema Pallidum (responsabili rispettivamente dell’AIDS, delle epatiti B e C e della Sifilide).

I diagnostici usati sono estremamente sensibili e specifici e consentono di rilevare la presenza del virus nel sangue poco tempo dopo l’infezione. Dal 2000 è obbligo di legge in Regione Sicilia con le nuove tecniche di biologia molecolare (amplificazione genica o NAT) ricercare la presenza di frammenti del genoma virale (corredi ereditario) di HIV-HCV-HBV nel sangue donato, ricerca che abbatte ma non azzera quel un piccolo lasso di tempo in cui il virus è presente nell’organismo, ma non è rilevabile dai test di laboratorio, chiamato “periodo di finestra diagnostica”.

Le uniche vere strategie per azzerare il rischio sono:

  1. L’onestà e la sincerità del donatore durante il colloquio (esclusione della donazione in caso di comportamenti considerati a maggior rischio quali l’assunzione di sostanze stupefacenti, i rapporti sessuali non protetti e/o occasionali, i rapporti sessuali o convivenza con soggetti positivi per epatite B, Epatite C o AIDS..);

  2. La periodicità della donazione perché donando periodicamente e mantenendo corretti e sani stili di vita, il controllo è costante nel tempo, azzerando qualsiasi “periodo finestra”.

 

Qual è il significato di consenso informato, auto-esclusione, sospensione temporanea o permanente?

CONSENSO INFORMATO

Il donatore dà il consenso alla procedura di donazione, mediante la firma sulla scheda accettazione-questionario, dopo essere stato correttamente informato (colloquio con il medico, materiale informativo) su tutto ciò che riguarda la donazione.

AUTO-ESCLUSIONE

Se il donatore, dopo aver preso visione delle cause di non idoneità (materiale informativo presso le sedi di prelievo o le associazioni di volontariato, questionario, informazioni acquisite dal colloquio con il personale sanitario o con altri donatori) non si ritiene idoneo alla donazione; il donatore può decidere:

  • Di non effettuare o completare la donazione;

  • Di parlare con il personale sanitario per avere ulteriori chiarimenti;

  • Di donare, chiedendo successivamente che l’unità non venga utilizzata a scopo trasfusionale.

SOSPENSIONE TEMPORANEA e PERMANENTE

Esistono condizioni patologiche o comportamentali non compatibili temporaneamente o definitivamente con la donazione in quanto dannose per il donatore (ad es. cardiopatie, ulcera gastrica o duodenale, anemia) o per il ricevente (malattie infettive, tatuaggi, piercing).

  • Sono causa di sospensione temporanea quelle condizioni per le quali, trascorso il periodo di non idoneità, è consentita la ripresa dell’attività di donazione, ad esempio sindrome influenzale, faringite (mal di gola), gastroenteriti, alcuni tipi di terapia (antibiotici), interventi chirurgici, viaggi in zone tropicali, gravidanza….

  • Sono invece considerate cause di sospensione definitiva quelle condizioni per le quali si ritiene che il motivo di non idoneità non si modifichi nel tempo: ad esempio cardiopatie, tumori, anemia cronica, epatiti…

La tipologia di sospensione è regolata da normative nazionali ed europee e può subire variazioni in base al progresso delle conoscenze scientifiche e etecnologiche.

Tutte le informazioni sulle malattie infettive le trovi cliccando qui

 

Quali rischi corre un donatore? Praticamente i rischi, se rispettano gli standard per la donazione, sono veramente bassi. Nonostante tutto può in alcuni casi particolari esserci un rischio, che illustriamo qui nel foglio Informativo dei donatori di sangue.