Il percorso di una sacca di sangue

IL PERCORSO DI UNA SACCA DI SANGUE

I più attenti tra i donatori forse si saranno chiesti, “cosa succede alla sacca di sangue che dono?”. Probabilmente, alcuni pensano che terminata la donazione il loro sangue possa essere trasfuso.

Così non è:

La sacca di sangue appena donata viene inviata al laboratorio di produzione degli emocomponenti del Servizio trasfusionale per essere scomposta in globuli rossi concentrati, plasma e piastrine, tramite l’uso di una centrifuga.

Questo per diversi ordini di motivi:

Innanzi tutto, i diversi emocomponenti per mantenere le proprie caratteristiche devono essere conservati a diversa temperatura. I globuli rossi si conservano a 4 gradi, il plasma a -30 gradi e le piastrine a 22 gradi ed in agitazione continua.

In secondo luogo, nessun paziente ha bisogno di sangue intero: gli anemici necessitano solo di globuli rossi, chi ha problemi coaugolativi solo del plasma, chi ha poche piastrine solo di queste ultime. Un terzo motivo è legato alla necessità di allontanare dal prodotto della donazione i globuli bianchi, che possono essere causa di reazioni trasfusionali.

Inoltre, come già detto gli emocomponenti, prima di poter essere utilizzati, devono essere validati. Cioè occorre verificare che gli accertamenti di legge (gruppo sanguigno, ricerca del virus dell’AIDS e dell’epatite B, ricerca dei segni di infezione dell’AIDS, dell’epatite B e C e della sifilide, dosaggio delle transaminasi) siano nella norma.

A questo punto viene stampata l’etichetta da applicare sulla sacca contenente il singolo emocomponente, che potrà essere utilizzato per l’uso clinico.